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Nello spazio tra perfetto e perfettibile c’è lo #zerowaste

Nello spazio che intercorre tra la perfezione e l’essere perfettibili, c’è tutta la nostra umanità, c’è il quotidiano e sopratutto c’è l’azione. Nel mondo del perfetto ci sono gli Unicorni, Babbo Natale e l’aspettativa feroce che spesso abbiamo per noi stessi. E’ risaputo che Babbo Natale e gli Unicorni spesso ci inchiodano all’ideale fesso che coltiviamo di noi stessi, e ci rendono immobili. Giusto stamani pensavo a tutto questo, mentre con una pinza strappavo le setole sintetiche dallo spazzolino da denti della mia bambina, per poter riciclare come si deve anche legno e plastica. E mi sono chiesta: ma chi me lo fa fare? A che pro?
Gli Unicorni nella mia testa si sono messi a nitrire e blaterare di stereotipi irraggiungibili, Babbo Natale impacchettava il solito regalo di disistima e frustrazione. Ma è la mia umanità che al solito viene in mio soccorso, e mi salva. Un passo alla volta Martina, un passo alla volta. Anche questo spazzolino ha il suo peso specifico nell’equilibrio del mondo, perché è il simbolo della direzione che sto dando alle mie scelte. Già, la direzione. Quando si viaggia può succedere di forare una gomma, di fare rifornimento, di beccare una fila, di vedere un panorama mozzafiato o cantare a squarciagola una canzonetta demenziale come fosse il Va Pensiero. Ma è il viaggio che ci rende ricchi, la destinazione, il mio essere umana e perfettibile. Allora evviva le tenaglie, evviva lo spazzolino da riciclare, evviva la mia perfettibile umana imperfezione, che mi fa buttare di nascosto la carta nel non riciclabile quando sono arrabbiata e sabotatrice, quando non ci credo. Evviva la passione che ogni giorno mi fa rideterminare: ricomincio da adesso, da questo sacchetto della monnezza. E magari ricomincio anche con il resto, e punto alla meta e sorrido mentre cambio una ruota forata.

Note:
recita la Treccani
perfètto agg. e s. m. [dal lat. perfectus, part. pass. di perficĕre «compiere», comp. di per-1 e facĕre «fare»]. – 1. agg. a. Con uso più propriam. participiale, nella lingua ant. e letter., condotto a termine, portato a compimento, concluso. (aggiungo io, ciò che è perfetto, è fermo, non si muove, non si cambia, alla fine è anche un po’ noioso).

perfettìbile agg. [der. di perfetto, sul modello degli agg. deverbali in –ibile]. – Che è capace di perfezionarsi, che è in grado di tendere alla perfezione.

Unicorni e Babbo Natale, con la maiuscola. Perché in fondo ci credo ancora.

 

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