Instagram

Seguimi

Iscriviti alla mia Newsletter

Cartolina dalla Maremma

dove come quando Maremma. Attenzione: la Maremma crea dipendenza, frequentare con cautela.

Canticchiando per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare, mi sono messa al volante della mia macchinina, direzione Alberese, con mamma e figlia al seguito.

Le cose da raccontare sono veramente tante. Lo scorso anno vi ricorderete ho fatto la conoscenza della volpe, che ogni giorno all’ora del tè si presentava per un saluto.

Quest’anno la volpe l’abbiamo vista solo di straforo la sera nei campi. Secondo Bianca perché faceva troppo caldo, secondo me perché si vergognava.

Sì, si vergognava di noi umani.

Al solito ogni giorno io Bianca e mamma ci siamo armate di buona pazienza, e abbiamo sempre riempito un sacchetto di sporcizia, mozziconi di sigarette e cannucce di té (quello famoso pieno di zucchero) in quantità industriali, e poi plastica in ogni forma e colore and surroundings. Ma perché? La malattia che ci affligge è quella di essere arrotolati sul nostro ego e non riconoscere che in questo modo ci stiamo avvelenando. Così ciechi da riuscire a vedere solo l’immediato appagamento di un bisogno ignorando le conseguenze delle nostre azioni.

Il giorno che ho raccolto tre scatole di polistirolo, mentre andavo verso il cestino, un signore mi ha fermata e mi ha apostrofata così :” brava signora! di quale associazione è?” ” Nessuna associazione, sono qui con il mio nome e il mio cognome, come cittadina.”

Il giorno dopo ho incrociato di nuovo quel signore, e anche lui stava raccogliendo il sudicio. Mi si è scaldato il cuore, alla fine le azioni valgono più di mille parole.

E i cestini in ogni modo nel parco abbondano….

Quello che buttiamo in terra diventa “vivo” e si muove, andando a colonizzare ogni angolo. Infatti nello stomaco delle tartarughe marine che sono presso il centro di recupero TARTANET di Talamone hanno trovato plastica, cannucce e similari. In particolare il biologo che ci ha accolto al centro, ci raccontava quanto velenosi sono i mozziconi di sigaretta, che mentre aspettano tra i 2 e i 5 anni per decomporsi, vengono mangiati dagli abitanti del mare che si avvelenano: il filtro contiene tutto lo schifo della nicotina e per le tartarughe è un terribile veleno.

Quando siamo andate noi al centro, le tartarughe ospiti erano due: OndaBella e Marzolina. OndaBella era in cura da due anni, la hanno trovata con il carapace spaccato e le pinne posteriori paralizzate. Probabilmente a causa di una elica. Questa tartaruga non potrà tornare in libertà, perché non è più capace di scendere in profondità e sta aspettando che si liberi un posto in un santuario. A quando pare c’è una lista di attesa anche per le tartarughe. Marzolina invece mentre scrivo sarà già libera nelle acque dell’arcipelago. Salvata a marzo 2017 adesso sta bene, anche se ha perso la pinna anteriore destra, rimasta impigliata nella rete di un pescatore. Bianca è rimasta molto colpita dal centro di recupero TARTANET, e i giorni successivi al mare si è messa di impegno a raccattare i piccoli pezzi di plastica, dicendomi “mamma altrimenti li mangiano le tartarughe”! (amore mio lei )…

E ora passiamo al mangereccio:

lo scorso anno vi avevo lasciato con il fiato sospeso a proposito di Frank&Serafìco: mi ero innamorata della loro birra artigianale e bio prodotta nel parco, ma non ero riuscita a provare la loro cucina.

Quest’anno mi sono rifatta. Frank&Serafìco vince il premio LaMartinaverde pancia mia fatti capanna a pieni voti, questa la motivazione redatta dalla giuria e composta da me, mia mamma, le mie zie in visita e mia figlia: ottimo cibo, presentato in modo eccellente, prodotti freschi farm to table, cortesia fuori dal comune (una cortesia reale, non affettata o di maniera), location da urlo, sono gattomuniti e canemuniti, cane tra l’altro accolto e amato dopo essere stato salvato in un sequestro per maltrattamento. La sera mangiando si vede il tramonto, e tornando a casa ci si imbatte nelle volpi che quatte quatte corrono nei campi, e si vede anche sorgere la luna. Se questo non vi ha convinto a prenotare subito un tavolo, beccatevi queste foto e cliccateci sopra per farle scorrere (falafel con verdure in agrodolce, burger di ceci con panino home made, verdure dell’orto saltate, degustazione di birre…)

Ricapitolando: FRANK&SERAFìCO strada Spergolaia, Marina di Alberese, Grosseto,

T. 0564 418491 pagina FB

e poi:

quando vado al mare ad Alberese mi trasformo in naufraga, cammino per una ventina di minuti sulla spiaggia fino a quando gli umani si diradano a modo, raccatto tronchi e rami, mi costruisco la capanna, e mi accampo. Di solito mi porto della frutta come spuntino e se poi ho più fame, verso le 4 di pomeriggio vado in cerca di un panino…

ecco dunque dove trovare frutta e panini:

ad Alberese al Bar Magi, dove si trovano anche i biglietti dell’autobus che porta alla spiaggia, c’è una quantità di frutta locale bio e matura da far invidia…

al mare invece nello spazio attrezzato vicino all’infermeria adiacente la fermata dell’autobus, ci sono due cammioncini per la pappa. Entrambi sono organizzati per offrire anche una alternativa vegan, in particolare al Ristoro la Papaya ho mangiato una cecina buonissima con i fiori di zucca, una parmigiana veg e senza glutine e un panino con verdure grigliate e hummus divino… ecco qui la pagina FB del Ristoro La Papaya

La spiaggia di Collelungo, ci siamo andate a cenare in modalità pic nic l’ultima sera dopo una passeggiata nel parco. E tornando a casa la sera sopra le nostre teste una miriade di stelle… oltre l’orizzonte l’Isola del Giglio <3

 

Post a Comment